Il pozzo al centro del cortile della dimora storica San Lorenzo a Linari
Ingresso dell'albergo diffuso
La fonte sotterranea Fontebranda, risalente al XIII° secolo
Fonte Gaia, in piazza del Campo a Siena
La fontanina della contrada della Tartuca a Siena
La fontanina della contrada dell'Aquila a Siena
La fontanina della Contrada dell'Istrice
Dettaglio di un momento del Palio
Giovani contradaioli con indosso il fazzoletto ricevuto in occasione del battesimo contradaiolo
Da sempre Siena, per la sua posizione collinare e la mancanza di corsi d’acqua importanti, ha dovuto ricorrere a dei sistemi alternativi per l’approvvigionamento dell’acqua.
Ne è prova il profondo pozzo posto al centro del cortile di San Lorenzo a Linari, probabilmente scavato nell’XI secolo, quando il complesso era un fortilizio e dunque aveva necessità di essere autosufficiente in caso di attacchi nemici.
Il bellissimo borgo, progettato dall’architetto Baldassarre Peruzzi e arricchito di importanti elementi nel corso del Settecento, è oggi un albergo diffuso, collocato sulla cima di un colle che a ovest guarda verso la piana di Rosia, caratterizzata da un importante bacino acquifero che porta l’acqua sino Siena.
Si sa, la necessità acuisce l’ingegno: se nelle abitazioni nobiliari vi erano i pozzi, in città nacquero i bottini (termine che deriva da “buctinus”, probabilmente per la volta a botte delle fonti), la rete di acquedotti sotterranei che alimentano ancora oggi le Fonti storiche della città e di cui si hanno notizie già nel Duecento.
Tra le fonti maggiori una delle più note è Fonte Gaia, situata nel cuore di Siena, in piazza del Campo.
Il nome è un omaggio ai festeggiamenti degli abitanti del Trecento per l’arrivo dell’acqua in quella zona della città; per sottolineare l’importanza della fonte nel corso del Quattrocento fu realizzata la fontana in marmo, un’opera scultorea di grande pregio.
Oltre alle sette fonti maggiori, alcune delle quali fuori città, Siena è ricca di diverse fonti minori, presenti in moltissimi punti della città storica.
Alla storia e all’arte si sovrappone qui il valore di un elemento unico di Siena: il senso di appartenenza alle contrade, quello spirito che è alla base della sfida che ogni anno si rinnova con il Palio.
Una curiosità che in pochi conoscono è il rito del battesimo contradaiolo.
L’idea venne nel 1932 a Silvio Gigli: edificare una fontanina in ogni contrada dove battezzare laicamente i nuovi nati, per sugellare quest’appartenenza per tutta la vita.
Fu così che in alcuni casi fonti minori già esistenti furono “convertite” a fonti ufficiali del battesimo contradaiolo.
Il battesimo contradaiolo si svolge una volta all’anno, in occasione dei festeggiamenti del santo patrono della contrada.
Ai piccoli viene bagnata la fronte con l’acqua della fontanina battesimale e viene consegnato il fazzoletto, un quadrato di stoffa con i colori e i simboli della Contrada che li accompagnerà per tutta la vita.