Chiesa di San Giovanni Battista a Sovicille
Scorcio di Tegoia
Murlo, scorcio del borgo fortificato
Scalinata della chiesa dei Santi Giusto e Clemente a Monticiano
Eremo di Montesiepi a Chiusdino
Spada nella roccia
Una manciata di comuni, borghi medievali che punteggiano le colline, nati lungo una strada tracciata da Madre Natura: è questa la Val di Merse, da percorrere con i ritmi della scoperta tra sentori di terra e bosco che riempiono le narici.
In questa valle si trovano tracce etrusche, romane, longobarde. Un paesaggio mai monotono, che alterna alle classiche colline dai fianchi dolci e stondati alture che son quasi montagne, con pendici ripide e rivestite di boschi.
Lungo alcune colline si arrampicano i vigneti, ai loro piedi si alternano campi di grano e girasoli.
La valle si può scoprire attraverso un percorso circolare che ad ogni tappa svela una meraviglia.
Da Sovicille, comune che raccoglie 55 borghi medievali tra cui Tegoia e Toiano, si intraprende il percorso che tocca gemme poco note, come la Pieve di San Giovanni.
Dolcemente si segue la strada che si snoda lungo la valle e si arriva a Murlo, un borgo fortificato lontano dal turismo di massa.
Arroccato su un cucuzzolo in mezzo ai campi aperti, è perfettamente conservato.
Poco distante si trova Monticiano, altro comune di origine medievale che ebbe un ruolo importante anche in tempi molto più recenti: fu infatti la base per la prima organizzazione dei nuclei partigiani senesi, la Resistenza, durante la Seconda Guerra mondiale.
Ad alcuni chilometri di distanza si trova Chiusdino, nel cuore delle Colline Metallifere.
Borgo medievale ben conservato, è noto soprattutto per l’abbazia “senza tetto” San Galgano.
L’Abbazia di San Galgano è il classico esempio di architettura romanica e gotica-cistercense, con solidi muri ben ancorati a terra e lo slancio verticale di una fede che vedeva Dio lontanissimo dall’uomo.
Nelle vicinanze si si trova l’Eremo di Montesiepi, che conserva il mistero di Excalibur, la spada che si dice San Galgano infisse nella roccia quando decise di diventare un eremita.
Narra la leggenda che il mito della spada di Re Artù abbia origine proprio da qui.
Effettivamente l’Eremo si trova lungo la via Francigena, battuta anche dai crociati negli spostamenti verso la Terra Santa.
Non è quindi da escludere che nei racconti di chi rientrò in patria vi possano essere stati dei cenni anche a San Galgano, fornendo così lo spunto per la nascita del mito di Excalibur.
Dall’Eremo il percorso circolare porta a Radicondoli, un antico abitato che con la propria cinta muraria sembra orlare la cima di un colle.
Ultima tappa del tour è Casole d’Elsa, un romantico centro di origine etrusca appoggiato sul bordo del colle, che da un lato ai apre sulla Val d’Elsa e dall’altra lascia correre lo sguardo sino alla Maremma.
Si chiude così un cerchio che accoglie una bellezza quieta, ricca di verde e corsi d’acqua, custode di tesori vecchi di secoli.